Renzi Merckx e il digiuno del cannibale

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A Renzi, oggettivamente, va riconosciuto il merito di aver condotto una operazione politica perfetta dal punto di vista tattico e strategico. In estrema sintesi, ha fatto nascere il Governo Conte e riacquisto posizioni di governo, portando il Pd ad allearsi con i M5S evidenziando, contemporaneamente, le posizioni contraddittorie rispetto al passato dei due leader; ha messo fuorigioco il suo avversario più temibile Matteo Salvini e, infine, ha riconquistato un ruolo centrale nella politica italiana con la nascita, tutta parlamentare, quindi “di palazzo” del suo movimento Italia Viva.
Ciclisticamente parlando, quando tutti gli altri, un pò stanchi, si studiavano, ha scelto il tempo migliore per scattare e li ha presi in contropiede involandosi verso il traguardo.
Ma a Renzi, come Merckx, non basta vincere, vuole cannibalizzare.
Così per non farsi raggiungere, ha disperso sull’asfalto chiodi appuntiti in grado di sabotare ogni tentativo di recupero dei suoi ex compagni di gruppo.
Dentro il Pd, il fiorentino in fuga ha lasciato aculei affilatissimi che portano il nome di Ascani, Marcucci, Lotti, Guerini, Malpezzi, solo per fare alcuni esempi, pronti ad entrare in scena, alla bisogna, con il più classico dei controcanti per logorare, dall’interno, l’azione di rilancio del suo ex partito facendo sponda alla sua, diventata esterna. Divide et impera: nulla di nuovo.
Non solo. Il senatore semplice di Rignano vuol fare lui stesso il sabotatore. E, una volta vinta la tappa, ha iniziato a fare il gradasso alla Bartali, lo spaccone alla Cipollini – suoi corregionali – per innervosire ed indebolire gli alleati di governo, pur sempre suoi rivali nella lotta per la conquista della vittoria finale, sul traguardo che porta a Montecitorio.
Ma per cannibalizzare c’è bisogno di avere a disposizione prede.
Conte, stavolta, non rischierà di “saltare” di nuovo in salita – come fece con Salvini – e non risponderà agli scatti del grimpeur toscano come fece con il Chiappucci padano.
Il passista pugliese proverà a seguirlo in progressione e se dovesse capire che si corre sporco, non esiterà a denunciare il tutto al direttore di corsa Mattarella chiedendogli di annullare la gara e ripristinare condizioni di praticabilità.
A quel punto tutti saranno costretti a tornare al via, senza rendite di posizione: ognuno partirà da dove il pubblico, cioè gli elettori, avranno deciso. Ma, soprattutto, ognuno correrà con le proprie gambe e arriverà dove le proprie forze gli consentiranno. Senza chiodi, senza sponde.
Il cannibale, stavolta, rischia seriamente il digiuno.
Foto: tpi.it

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