Buon appetito, il Movimento è servito!

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Buon appetito, al Partito Democratico che da un mese ha preso il posto della Lega Salvini Premier al tavolo del governo.

In 14 mesi di coabitazione giallo-verde, il Movimento ha ceduto progressivamente ai leghisti quote di consenso popolare nelle diverse elezioni amministrative e regionali, fino alle europee del 26 maggio 2019 dove è stato registrato il tracollo e l’inversione dei rispettivi tesoretti elettorali a sostegno del governo Conte.

La Lega è schizzata al 34,33% rispetto al 17,35% del 4 marzo 2018, il M5S è scivolato rovinosamente dal 32,66% al 17,35%.

È ovvio che le motivazioni di questa trasfusione di consensi sono molteplici e non tutte sono causali dirette di strategie specifiche, ma su due punti credo è utile soffermarsi.

L’erosione di poco più di 6 milioni di voti del M5S è stata determinata per la maggior parte dalla presenza di una chiara, riconoscibile e totalitaria leadership nella Lega, incarnata h24 solo e soltanto da Matteo Salvini, rispetto alla pluralità di mini- leadership dei 5S ( Di Maio, Conte, Toninelli, Di Battista, Grillo, Casaleggio) e dalla capacità di comunicazione trasversale e instant del primo rispetto alla rigidità e alla rincorsa perpetua dei secondi.

L’altro elemento che a mio avviso ha determinato il trasloco di voti è da rintracciare nella maggiore organizzazione territoriale (soprattutto al Centro-Nord Italia) dei neoleghisti rispetto al vuoto pneumatico dei pentastellati che sui territori sono quasi dappertutto intangibili, inesistenti e inifluenti.

Nel Conte bis, però, contrariamente alle apparenze non migliora affatto la posizione del Movimento: se da un lato, infatti, il nuovo partner di maggioranza si caratterizza per una leadership plurale e diffusa (dove il segretario Zingaretti è poco più dinun primus inter pares), pareggiando difatti quelle dei pentastellati, dall’altra la rete territoriale del Partito Democratico è ancor’oggi nettamente più capillare, preparata e diffusa di quella leghista: da Cuneo a Canicattì.

Una rete che si rianima con le leve clientelari del governo e che saprà quindi continuare nella pacmanizzazione dei consensi giallo-grillini.

Quindi, buon appetito al Partito Democratico (in attesa che Matteo Renzi con la sua ItaliaViva si riprenda le posate!).

foto: cityweeknapoli.it

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