Regola del secondo mandato: una carta “vincente”?

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È il 23 luglio quando Beppe Grillo, in vista delle imminenti elezioni politiche, riappare in video per ridefinire o forse rammentare alla sua prole politica quell’animo di outsider che nel marzo 2018 frutta al M5S il 32% dei consensi, trasformandolo nella principale forza politica italiana.

Sullo sfondo di un consolidato attacco all’establishment intriso di sdegno per i cosiddetti «politici di professione» – per dirla alla Max Weber –, l’ex comico avvia la campagna elettorale e la scalata verso una piena credibilità politica puntando su uno dei pilastri fondanti il M5S: la regola del secondo mandato, «luce nelle tenebre», «antibiotico» di un sistema malato – «un parlamento in cui siedono politici da 30/40 anni non lo merita certo Draghi, ma nemmeno l’ultimo degli italiani!».

Il 29 luglio, sconfessando le voci di un’irrimediabile frattura tra il fondatore del M5S e il suo volto attuale, Giuseppe Conte segue la linea tracciata da Beppe Grillo e, rivolgendosi direttamente al pubblico via Facebook, conferma la validità e l’importanza della regola del secondo mandato, «salutando» colleghi non certo ininfluenti. E il web come reagisce?

Analizzando le interazioni online del periodo 23 – 31 luglio emerge come l’attenzione degli utenti circa le keywords “M5S” e “secondo mandato”, pur manifestando un primo aumento il 23 luglio, data di pubblicazione del video Un cuore da ragioniere, raggiunga il picco nei giorni 27, 29 e 30 luglio, periodo turbolento in cui si passa dall’energica affermazione «la regola del secondo mandato non è diktat» all’ufficiale validazione della regola stessa nella sua forma originale e il palesarsi del sue naturali conseguenze. Evidentemente, il rincorrersi di voci circa una presunta rottura sul punto tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, la successiva smentita lasciata ai «fatti» e l’ormai definitiva esclusione dalla corsa di alcuni esponenti di spicco, tra cui Roberto Fico, Alfonso Bonafede, Federico D’Incà, Danilo Toninelli, Paola Taverna, attira l’interesse degli utenti online, determinando un aumento del “parlato” sul web e, in particolare, su uno dei principali social network, Facebook.

A tal riguardo, appare interessante notare che, sebbene le menzioni crescano nei giorni 27, 29 e 30 luglio, è il giorno 30 luglio a presentare il maggior livello di engagement, il coinvolgimento inteso in ogni sua forma (condivisione di post, commenti, emoji). In altri termini, è il giorno successivo la conferma di Giuseppe Conte e il giorno stesso delle dimissioni di Federico D’Incà a stimolare l’interazione degli utenti online, segnalando come il materializzarsi della persistente validità del secondo mandato e delle sue dirette conseguenze segni, in qualche modo, il web.

Ma in che direzione?

Utilizzando i dati puntualmente elaborati da blogmeter, emerge che, in tutto il periodo in esame, il sentiment prevalente tra gli utenti interagenti è di segno negativo. Più nello specifico, a ridosso delle elezioni politiche, il vincolo del secondo mandato non sembra essere gradito dal 46,73% degli utenti online, percentuale altresì confermata dall’analisi dei soli commenti rilasciati sulla piattaforma Facebook (45,69%). Per quanto ciò non permetta di fare previsioni sul voto del 25 settembre, suscita inevitabilmente una riflessione: la regola del secondo mandato innalzata a simbolo dell’unicità del M5S, identificata come elemento da cui ripartire per riconquistare credibilità e consenso politico, è davvero una carta vincente?

Il web, o almeno il 46,73% degli utenti, sembrerebbe suggerire una risposta diversa da quella prevista dal cuore di un ragioniere.

Periodo di riferimento: dal 23/07/22 al 31/07/22
Tool: Live Insights

 

Engagement

 

 

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Foto: Il Riformista

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