Oltre la politica pop: politico e social star

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30 marzo 2019, sabato sera, in prima serata sulla rete ammiraglia della Rai parte la nuova edizione di Ballando con le Stelle, la quattordicesima, e tra i tredici concorrenti c’è l’ex deputata forzista, con un rapido transito nella meteora NCD di Angelino Alfano, nonché ex ministro delle politiche agricole, Nunzia De Girolamo.

A darle manforte, un ex collega parlamentare, quell’Antonio Razzi, eletto per ben tre legislature nel 2006 e nel 2008 con l’IDV di Antonio Di Pietro prima di trasferirsi armi e bagagli alla corte di Silvio Berlusconi e farsi eleggere nel 2013 per l’ultima volta.

La partecipazione della De Girolamo e di Razzi a Ballando con le Stelle, più di quella dell’ex parlamentare di Rifondazione Comunista Vladimir Luxuria all’Isola dei Famosi del 2008, ha solidificato, qualora ci fosse l’esigenza di una nuova prova, che la trasformazione della politica in politainment[i] è cosa compiuta.

A dieci anni dalla felice definizione di “politica pop”, formulata da Gianpietro Mazzoleni e Anna Sfardini, potremmo azzardare la previsione che il doppio flusso del “politainment” sembra essersi esaurito nella direzione “da star televisiva a politico”, ma continua a crescere nella direzione opposta “da politico a star televisiva”, con una declinazione non codificata da Mazzoleni e Sfardini, ovvero da “politico a social star”.

In questi dieci anni, dal 2009 ad oggi, la politica italiana ha mutato il proprio DNA passando dal Renzismo con il suo #enricostaisereno, allo sbarco delle truppe pentastellate, con streaming e piattaforme per il voto online dei candidati. I vecchi rituali partitici sono stati scardinati e la Lega salviniana e nazionale ha invaso, annesso e sovranizzato il Meridione, ma soprattutto gli italiani hanno scoperto la forza “eversiva” dei social network.

Il politico è oggi prima di tutto una social star, con il suo pubblico, il suo “tone of voice”, il suo “selfie style”, i suoi hashtag e trend topic ma per esserlo compiutamente è chiamato ad adottare l’alfabeto semantico e visivo dei social che per sua natura è oltre il pop. Senza almeno due o tre canali social oggi non è pensabile “fare la politica”, senza una strategia social si è destinati a vivere in un cono d’ombra dal quale non si esce, detto altrimenti, senza un pubblico social non si è (percepiti come) leader politici.


[i] David Schultz “The key to understanding contemporary politics begins with two simple concepts. The first is that it is the world of politainment where politics and entertainment had collapsed into one another, producing a new world of politainment (politics + entertainment). A second concept to understand about contemporary politics is that it is a business”. Politainment: The Ten Rules of Contemporary Politics: A citizens’ guide to understanding campaigns and elections, Paperback (2012)

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