‘O ciuccio che vola

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Quando non basta una “N” in Times New Roman per raccontare (il) Napoli.

La N di Napoli, la N del Napoli, la N dei Napoletani.
Come la Z di Zorro. Un segno riconoscibile.
Più o meno.
Abbiamo approfondito ed esplorato le passate versioni del marchio, l’evoluzione – e l’involuzione, in taluni passaggi – della grafica e dell’iconografia della SSC Napoli.

Ci siamo divertiti a sondare la riconoscibilità dello stemma della società partenopea. Siamo andati in giro in città per un test di memoria visiva e per raccogliere suggerimenti, critiche, battute, proposte e indicazioni dei tifosi e dei semplici cittadini. Castelli, vulcani e golfi hanno stimolato la fantasia degli intervistati. Proposte che hanno fatto da contraltare a risposte più tradizionaliste: “va bene così com’è ora”.

Stemma Napoli

Per (quasi) tutti, si è riscontrata una grande difficoltà ad individuare lo stemma attuale, confuso tra i simboli del passato stampati su un foglio che abbiamo sottoposto all’attenzione delle persone.

Non un vero e attendibile sondaggio, più semplicemente un approccio semiserio alla questione della riconoscibilità e della capacità identificativa dello stemma-marchio della SSC Napoli.

Poi, dunque, l’approfondimento storico, la ricostruzione delle tappe che hanno segnato il percorso dagli albori fino ai giorni nostri.

 

Stemmi Napoli nel Tempo

 

Una storia iniziata con il ‘cavallino rampante’, divenuto presto un asino – ‘o ciuccio – a causa dei magri risultati ottenuti, poi successivamente messo in discussione e ufficialmente rimosso all’indomani degli scudetti e delle vittorie di epoca maradoniana, fino a giungere alle ultime versioni più o meno ‘minimal’, sviluppate intorno all’unico concetto di rappresentatività della lettera “N”. Napoli, il Napoli, i Napoletani, si diceva all’inizio. Un simbolo contenente un evidente riferimento napoleonico, omaggio alla seppur breve dominazione francese, probabilmente la risposta a un desiderio della Signora Ferlaino – come si evince da alcune fonti online – appassionata della figura di Napoleone.

Fatto sta che la N è arrivata fino ai giorni nostri. Entrata ormai nel linguaggio visivo dei tifosi azzurri, amata e rappresentativa. Forse più per abitudine che per vero e reale potere di identificazione collettiva.

Le nostre proposte, nell’ambito del “laboratorio azzurro temporaneo” che abbiamo messo su, e durato alcune settimane, si sono distinte in due canali principali: arrivare a un restyling grafico, quindi senza stravolgimenti concettuali, e formulare invece delle soluzioni di totale rottura con l’immagine attuale, ma con evidenti rimandi alla simbologia del passato.

Stemma Napoli Restyling Arcadia

Sono scaturiti quindi dei segni grafici molto eterogenei, probabilmente incompiuti, o più semplicemente embrionali. Alcuni forse validi, altri più ‘didascalici’ in riferimento alla città.

Napoli Proposte Restyling

Il progetto è servito di certo a noi di Arcadia in quanto ‘momento lavorativo sperimentale’ ed è utile per sottoporre ora all’attenzione degli utenti e di un pubblico più vasto come quello dei social la questione del rinnovamento dell’identità visiva delle squadre di calcio.

Probabilmente, l’operazione ‘nuovo logo’ lanciata di recente dalla Juventus (e di cui si è parlato in un precedente articolo) sarà un volàno per molte altre società di calcio.

A cominciare – con una urgenza stringente – dal rinnovamento dell’immagine del Benevento Calcio. La squadra campana è appena approdata in Serie A, per la prima volta nella sua storia, e meriterebbe uno stemma societario di ben altro spessore rispetto a quello attuale (che suscita tenerezza, quando non imbarazzo), che possa liberarsi dell’abbrutimento da “clip art presa da internet” e possa proiettare la società sannita nel mondo della comunicazione del terzo millennio. Sù.

Stemma Benevento

Oltre (il) Napoli: il Sannio, la Strega, l’altra Campania.
E magari Arcadia.
Ma questa è un’altra storia. Da raccontare.

 

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