Sotto il Vesuvio niente

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A urne chiuse e con un risultato che davvero in pochi alla vigilia avevano previsto per l’ampiezza dei numeri e del distacco, è utile porsi la domanda di cosa rimane di questa campagna sul fronte della comunicazione dei candidati a presidente, ovvero dei principali competitor della tornata elettorale: Vincenzo De Luca, Stefano Caldoro e Valeria Ciarambino.

La risposta è per nulla edificante, in quanto rimane davvero ben poco.

Insomma, parafrasando il titolo di un famoso film di Carlo Vanzina, potremmo dire “Sotto il Vesuvio niente!”.

Nessuna novità eclatante, nessuna vera innovazione di linguaggio e di mezzo.

Nessuno sforzo serio di andare oltre un’occupazione massiva e replicante delle bacheche Facebook e Instagram.

Eppure in questa prima campagna post-Covid, debilitata da tutte le restrizioni sul distanziamento sociale, il social e la rete potevano essere una autentica novità nella scelta dei linguaggi politici.

Ciò che è emerso, per tutti gli sfidanti del candidato incumbent, è stata l’assenza di un posizionamento strutturato e, soprattutto, funzionale alla sfida che avevano di fronte.

Infatti, il solo che ha abbozzato una strategia di posizionamento elettorale, peraltro tanto obbligata quanto scontata, è stato proprio Vincenzo De Luca che si è (giustamente) limitato a massimizzare la percezione, già fortemente consolidata nei mesi di lockdown, di unico e insostituibile difensore della salute e della “salvezza” dei campani.

Ecco perché il suo “la Campania in mani sicure”, per quanto poco emozionale, è stato un approdo naturale per chi, da marzo in poi, ha imbracciato senza più lasciarlo il lanciafiamme della comunicazione.

Un posizionamento, comunque, coerente con il ruolo di presidente uscente.

Ciò che invece in pochissimi hanno sottolineato è la scelta di De Luca di “non confondersi” nella giungla dei simboli delle sue liste, a cominciare da quello del Partito Democratico. Ogni declinazione del messaggio, a prescindere dal mezzo, è stata totalmente epurata dai simboli che componevano una maxi coalizione. Una volontà precisa per rimarcare implicitamente il ruolo e la funzione iperleaderistica di Vincenzo De Luca.

Dall’altra parte della barricata, invece, troviamo i due candidanti che già nel 2015 si erano contrapposti a De Luca, ovvero per il centro-destra Stefano Caldoro e per il MoVimento 5Stelle Valeria Ciarambino.

Entrambi, però, hanno preferito raccontarsi con due posizionamenti similari -e per quanto mi riguarda sostanzialmente e tragicamente errati in quanto off topic rispetto al contesto post Covid italiano e campano- perché costruiti esclusivamente su caratteristiche personali, che di fatto hanno derubricato a un secondo livello le attese, il senso di disagio per una ripartenza claudicante e le speranze dei cittadini.

Caldoro si è rinchiuso nel fortino – proprio lui che invece doveva necessariamente aprirsi e connettersi al sentiment dei cittadini – di una sua peculiarità caratteriale, scegliendo di abbinare al suo nome l’accezione “con serietà”.

Una comunicazione che si guarda allo specchio, ma che colpevolmente non guarda ai cittadini.

Al pari anche la Ciarambino, la quale negli ultimi cinque anni non ha avuto timori a sfidare apertamente il presidente De Luca sul terreno della comunicazione, a volte uscendone anche vincitrice, si è “innamorata” di un posizionamento dal fiato corto in quanto “la tua scelta Vale” si è subito liquefatto.

La comunicazione di Caldoro e Ciarambino, in particolar modo sui canali social, nelle ultime settimane di campagna elettorale si è distinta per la maggior parte solo per essere un inseguimento spasmodico, a tratti anche scomposto, ai messaggi deluchiani. In particolare, il calendario delle pubblicazioni di Caldoro sembrava costruito come contraltare alle pubblicazioni quotidiane di De Luca; un inseguimento comunque asimmetrico in quanto, all’opposto, De Luca puntava come nemici-avversari Salvini, Meloni o Azzolina e mai il suo principale sfidante. Inoltre Caldoro, nell’inseguirlo (vanamente), continuava a portare ulteriore “pubblico” al paniere dell’avversario.

Il prossimo anno si rinnovano importanti città capoluogo della Campania e tra queste c’è Napoli, speriamo di poter registrare qualcosa di più interessante all’ombra del Vesuvio.

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