Social e politica: illudersi uguali e scoprirsi diversi.

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“Viviamo strani giorni” canterebbe il maestro Battiato. La politica sta cambiando pelle e, con essa, tutta la fenomenologia dei meccanismi di comunicazione. La strategia comunicativa dei leader diventa sempre più slegata dai dogmi teorici, l’uso massiccio dei social ha svuotato il cosiddetto “quarto potere”, non essendo più necessaria l’intermediazione giornalistica per veicolare contenuti. 

Parallelamente si è perduta la funzione storica dei partiti, un tempo luoghi di ascolto, analisi, confronto tra classi dirigenti e cittadini, ma anche antenne e terminali delle politiche attive. Tutti desolanti effetti della generale desertificazione di luoghi e spazi intermedi.  

Del resto, è diffusa la convinzione che i social consentano al leader di parlare direttamente ai cittadini e a ciascun cittadino di interagire direttamente con il capo politico. Ma davvero è così? O è solamente un’utile illusione? 

Usando i social il politico riesce effettivamente a raggiungere in maniera capillare e certamente efficace tutta la platea elettorale, ma, a ben vedere, la cosa non funziona allo stesso modo a parti invertite. Scrivere a un leader, inviargli un videomessaggio mediante i social, non assicura affatto l’effettiva recettività di quanto comunicato.

In altri termini, quasi mai un messaggio rivolto al politico tramite i social viene preso in considerazione o ottiene risposta. Del resto è abbastanza normale che sia così. Immaginate cosa significherebbe per la singola persona, titolare della pagina o dell’account social, non dico rispondere, ma anche soltanto leggere personalmente la sterminata mole dei singoli messaggi che la grande platea degli utenti può rivolgergli. 

Quindi, il leader che utilizza il social riesce perfettamente a comunicare con i propri utenti, ma questi ultimi, invece, pur utilizzando allo stesso modo il medesimo mezzo, non ottengono identico risultato

Così cade, fragorosamente, il “mito” dell’uguaglianza di tutti davanti al social sul quale molti hanno edificato anche notevoli fortune elettorali. 

Social o non social, ancora oggi, per raggiungere veramente i leader, infatti, servono le classiche, antiche, mai impolverate procedure fatte di passaggi e passaggi, di relazioni personali

Un caso o piuttosto una precisa volontà? 

Democrazia diretta, abbattimento delle barriere, esaltazione della forza della rete: sono tutti ottimi argomenti utili, quindi, solo a chi può sfruttarne tutta la potenzialità in maniera efficace. 

In realtà, diciamocela tutta, i social network hanno, semplicemente, preso il posto dei tazebao

Esattamente come davanti a quelli, l’utente non può far altro che svolgere una funzione, sostanzialmente, passiva: recependo, non interagendo. L’interazione promessa e sbandierata, di fatto, è soltanto una bella illusione che serve semplicemente a rendere la realtà un po’ meno feroce. 

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