Se fossi Berlusconi e non il direttore di Ottopagine

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Se fossi in Berlusconi candiderei il buon Leonardo Ciccopiedi senza pensarci più di tanto. Nel collegio camerale uninominale di Benevento, non c’è un candidato dell’area di centrodestra che ha dimostrato maggior arguzia, furbizia e intraprendenza.

Purtroppo, per me e per Ciccopiedi, non sono e non sarò mai Berlusconi, quindi il giovane avvocato difficilmente potrà coronare il suo sogno di approdare a Montecitorio.

Se fossi, invece, nell’editore del quotidiano ottopagine.it, o soltanto il direttore responsabile della testata non esiterei un secondo a fare una lavata di testa al redattore che ha impunemente e con clamorosa leggerezza pubblicato questo articolo online, citando e mostrando delle percentuali sugli orientamenti di voto in vista delle elezioni politiche del 4 marzo.

In questi mesi, si è diffusamente parlato tanto di fake news e poi ti trovi sul monitor una troll news che acquista credibilità solo perché una testata, riconosciuta come fonte seria, affidabile e imparziale, pubblica una notizia senza tener conto della qualità e della bontà della fonte e, peggio ancora, della normativa che da diversi anni disciplina la materia.

Il Regolamento in materia di pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa, allegato alla delibera dell’Agicom 256/10/CSP del 9 dicembre 2010, ha chiarito come “l’obbligo per il mezzo di comunicazione di massa di accompagnare la pubblicazione o diffusione di un sondaggio con la nota informativa indicante alcune informazioni essenziali, quali il soggetto realizzatore e quello committente, la consistenza numerica e l’estensione territoriale del campione utilizzato, il numero di coloro che non hanno risposto.

Dall’ambito di applicazione di quest’obbligo sono esclusi i sondaggi pubblicati esclusivamente sui siti internet dei soggetti realizzatori, e quelli diffusi in occasione di convegni o conferenze stampa. Poiché tali modalità non costituiscono “prima pubblicazione”, i mezzi di comunicazione, che eventualmente pubblicassero o diffondessero i risultati di tali sondaggi, sono tenuti alla pubblicazione della nota informativa. I mezzi che, invece, riportano la mera notizia di un sondaggio già diffuso devono fornire solo gli elementi essenziali idonei a consentire l’individuazione del sondaggio medesimo, quali l’indicazione del soggetto realizzatore, l’oggetto del sondaggio e il sito internet dove è possibile consultarlo.”

Nell’articolo invece pubblicato dal portale ottopagine.it, questa prescrizione è stata totalmente ignorata, forse perché ci si è preoccupati unicamente di dare “per primi” una notizia che potesse generare flussi di visite ma che, al contempo, era lesiva dell’autorevolezza della testata.

Alla bravura, evidentemente, dell’aspirante candidato Ciccopiedi a far circolare una notizia “tendenzialmente” a suo favore è corrisposta l’imperizia della testata che ha commesso un errore grossolano e superficiale titolando: “Uninominale Camera: centrodestra avanti nel Sannio” sulla scorta di un (pseudo) sondaggio diffuso in spregio alla legge.

Però che lo stesso Ciccopiedi riporta nell’elenco delle sue citazioni preferite, il giornalista può sempre rispondere al suo editore che “il lavoro d’equipe è essenziale. Ti permette di dare la colpa a qualcun altro”.

Foto: ottopagine.it

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