Manfredi stacca tutti sul mood ma Bassolino tribalizza le discussioni online

1299

L’analisi, realizzata con la piattaforma LiveInsights di Blogmeter, ha l’obiettivo di registrare il parlato della rete nel periodo 24 maggio10 giugno relativamente ai candidati alla carica di Sindaco di Napoli che hanno annunciato il loro impegno.

La comparazione è stata sviluppata su due direttrici: nella prima, la keyword per il monitoraggio è il solo nome e cognome del candidato (es. Catello Maresca), mentre nella seconda, si è scelto di aggiungere al singolo nominativo anche la parola “elezioni”.

Il mood degli utenti nei confronti dei potenziali sfidanti ci restituisce un quadro abbastanza chiaro con un solo fuggitivo, Gaetano Manfredi, e un gruppo di inseguitori, che presenta online un rapporto di forza differente rispetto ai numeri del sondaggio d’opinione pubblicato la scorsa settimana e realizzato dall’Istituto Noto per conto del Partito Liberale Europeo.

È chiaro che le due ricerche non possono essere confrontate, ci mancherebbe, però è utile sottolineare come -in rete- la distanza registrata nelle interviste è di molto ridimensionata.

Al 51% incassato da Manfredi dal 24 maggio al 10 giugno, fa da contraltare la percentuale degli altri quattro candidati che oscilla dal 32% di Bassolino al 40% della Clemente.

Nel confronto comparativo delle menzioni e, in particolare, dell’engagement, il dato totale risente di due condizioni non più replicabili che hanno contribuito, e non di poco, a determinare il mood incassato dalla coppia Manfredi & Maresca:

  • Il lungo tira e molla che andava avanti da almeno 3 mesi sul nome del candidato della coalizione a trazione PD – M5S, così come la rinuncia, rientrata a distanza di pochi giorni, comunicata dallo stesso Manfredi di un suo impegno diretto
  • l’attesa sull’ufficializzazione della candidatura di Catello Maresca, ovvero il prolungato chiacchiericcio sulla sua scelta che ha determinato una crescita considerevole di menzioni e di conseguenza anche del mood al 37%; dato non marginale considerato che fino a qualche settimana fa, il magistrato non aveva ancora attivato alcun canale social.

Oltre al mood, altri due dati interessanti da sottolineare in questa prima ricognizione del parlato in rete sono legati ai terreni digitali che hanno ospitato le discussioni e al genere degli utenti che hanno partecipato alle stesse.

Per quanto concerne il primo aspetto, con molta sorpresa, Facebook e i social in generale non sono i terreni che assorbono la quota più importante di parlato, tant’è che in questa fase iniziale della campagna, sono i siti web e i blog dell’informazione locale a catalizzare più del 70% delle discussioni.

A tal proposito è curioso, ma non secondario, rimarcare la capacità di Sergio D’Angelo di generare una quota di parlato grazie a YouTube.

Il secondo dato sul quale vale la pena soffermarsi, riguarda il genere degli utenti che hanno commentato in rete. In questo caso è la coppia D’Angelo & Maresca a presentare il rapporto più bilanciato tra utenti donne e uomini, il primo con un 43% di donne e un 57% di uomini, il secondo, con un 41% di donne e un 59% di uomini.

Quando poi al solo nome e cognome aggiungiamo anche la keyword “elezioni”, fermo restando la finestra temporale dal 24 maggio al 10 giugno, i dati mutano con delle variabili interessanti.

Tutti i candidati perdono in qualche misura appeal, nessuno di loro a differenza della prima ricerca riesce a superare il muro del 50% mentre l’unico tra i cinque che non subisce una contrazione del mood (dall’8% di Manfredi al 4% di Maresca e D’Angelo) è Antonio Bassolino che si tiene stretto il 32% incassato nella prima ricerca, seguito da Alessandra Clemente che cede solo 1 punto, dal 40% al 39%.

Ma, forse, il dato più interessante sul quale gli staff dei candidati dovrebbero soffermarsi, è quello relativo all’engagement della seconda ricerca, perché in questo caso le discussioni monitorate hanno una taratura maggiormente finalizzata alla prospettiva elettorale.

Ovviamente è fuorviante pensare che l’engagement, dato che raccoglie la somma di tutte le interazioni su Facebook, Twitter, Instagram, Youtube, Twitch, news and blogs rilasciate dagli utenti sui singoli post, inclusi i commenti, equivalga ipso facto a una propensione al voto, però è alquanto significativo che due candidati come Bassolino e D’Angelo, che conservano un rapporto tribale con la città, riescano a coinvolgere gli utenti nelle discussioni.

Nella prima ricerca l’engagement di Bassolino e D’Angelo era rispettivamente al 3% e al 2%, mentre nella seconda risale al 30%, così come quella di Manfredi scende dall’83% al 37%.

Infine, l’elemento comune alla due ricerche, che probabilmente nelle settimane successive con l’incremento delle attività social da parte dei candidati sarà modificato, attiene ai terreni digitali: attualmente ad assorbire la quota più importante delle discussioni continuano a essere i siti web e i blog dell’informazione.

Scarica questo articolo in PDF →

 

Lascia un commento