Una bella canzone senza musica – la campagna elettorale che verrà

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Distanziamento sociale, quarantena, dispositivi di protezione individuale. Negli ultimi mesi, improvvisamente, abbiamo scoperto nuovi vocaboli entrati, prepotentemente, nel nostro lessico quotidiano.

Quel che verrà dopo l’allentamento delle catene che ci hanno costretti in casa, sarà sicuramente un mondo al quale dovremmo abituarci senza avere troppa nostalgia di quel che abbiamo conosciuto e archiviato, credo per sempre, nel baule dei ricordi.

Politica e comunicazione politica non faranno certo eccezione.

Cambieranno parametri di valutazione, dinamiche, procedure, riti, semplicemente perché questo virus ha cambiato radicalmente tutto il sistema relazionale di riferimento.

Ogni singolo aspetto necessiterà di essere ripensato e affrontato con nuovi, inediti, approcci.

E se, come pare, la libertà condizionata che ci sarà concessa al posto della segregazione forzata da Covid-19, ci restituirà al nuovo mondo scaricandoci sulla soglia di incombenti appuntamenti elettorali, bisognerà iniziare a correre prima ancora di essersi guardati attorno.

Eh sì. Perché, nel frattempo, è mutato il campo di “battaglia”.

Candidati, elettori, strateghi, consulenti e comunicatori, dovranno, prima di tutto e con una certa fretta, provare a capire le regole del gioco per poi tentare di metter su tattiche, tecniche e strategie che possano, in qualche modo, risultare di una qualche utilità ed efficacia.

La prima cosa, ad esempio, che questo Coronavirus, come un terremoto, si è portato via è la piazza: luogo simbolo, centro della scena, palcoscenico antico e necessario di ogni competizione elettorale.

Proprio la piazza, luogo fisico del varo, della contesa, del trionfo è, di fatto scomparsa, frantumata, ridotta in macerie di cui non resta più nemmeno la polvere.

Ma si può sostituire l’insostituibile?

Il comizio, ad esempio, arte complessa, ancestrale, fatta anche, ma non solo, di parole, necessita di pubblico, di atmosfera, di fisicità.  Basterà una diretta facebook a rimpiazzarlo, producendo lo stesso effetto?

Davvero si può pensare che un “like” possa restituire la forza benefica di un applauso sia per l’uditorio che per l’oratore?

Le campagne elettorali sono un mix unico di parole – certo – ma anche, e non in misura meno importante, di fisica condivisione.

Gli incontri, i comizi, sono anche odori, sensazioni, interconnessioni emozionali, moltiplicatori di entusiasmo.

La campagna elettorale post coronavirus rischia seriamente di perdere quasi del tutto l’aspetto emozionale, di essere, cioè come una bella canzone senza musica.

E non è certo cosa da poco.

Lo stress emotivo da quarantena e l’apatia diffusa ad essa conseguente, innestandosi nel sentimento di sfiducia e disaffezione per la politica ormai strutturato, amplificherà la tendenza al distacco dei Cittadini dalle dinamiche di campagne elettorali private, finanche, dell’elemento vitale della partecipazione fisica.

La piazza in sé, talvolta anche al di là della capacità più o meno magnetica degli oratori, galvanizza, esalta, accomuna, rafforza, convince, motiva: insomma, fa squadra.

Che effetto avrà l’assenza di tutto ciò nello sviluppo prima e nel risultato finale poi delle imminenti prossime campagne elettorali?

L’effetto mobilitazione, rischia di essere seriamente compromesso, con tutti gli effetti negativi del caso.

La comprensibile paura del contagio, inoltre, eviterà del tutto cene elettorali, incontri con gli elettori e limiterà notevolmente anche il cosiddetto “porta a porta”, parte non irrilevante delle campagne di prossimità e non.

Questo, da un lato, porterà ad una notevole limitazione nel ricorso alla sempreverde tecnica clientelare, attivabile necessariamente attraverso l’incontro personale, dall’altro – specularmente – rischia di lasciare molto più terreno al cosiddetto voto d’opinione.

Se così sarà, giocherà un ruolo decisivo nella scelta finale dell’elettore sia la quantità che la qualità delle informazioni di cui potrà disporre durante i giorni precedenti il voto.

Di conseguenza, aumenterà ancora più sensibilmente il peso specifico che notizie “diversamente vere” e fake news potranno avere sulla formazione delle opinioni della platea elettorale, condizionando, quindi, l’esito stesso della competizione elettorale.

Lo scontro tra i candidati, molto probabilmente, si sposterà con maggior decisione su questo terreno, quello dell’approvvigionamento delle informazioni, perché ciascuno cercherà di orientare l’opinione pubblica verso canali più vicini a sé screditando quelli più critici.

Convincere gli elettori della bontà di alcune fonti a discapito di altre, minare la credibilità di quelle favorevoli ai propri avversari, arrivare prima e meglio direttamente ai Cittadini, potrebbe rappresentare la chiave di volta per vincere insieme alla sapiente costruzione e all’uso delle euristiche.

Ma anche difendersi dalle fake news e sminarne abilmente i meccanismi perversi di condizionamento, sarà una delle attività da mettere, ancora più di sempre, in cima alla lista delle priorità d’azione.

Nel merito, sanità e aiuti economici potranno essere gli argomenti centrali del dibattito politico- elettorale, intorno ai quali si decideranno le sorti delle contese elettorali.

Saranno questi gli temi sensibili sui quali i Cittadini incardineranno, verosimilmente, le scelte di voto.

Sarà interessante capire, inoltre, come sarà possibile formalizzare le candidature stesse.

Le liste elettorali necessitano di un cospicuo numero di sottoscrizioni personali da apporre in presenza di pubblici ufficiali. Come potrà procedersi, dunque, senza creare assembramenti, rispettando le distanze obbligatorie e garantendo la sanificazione costante degli strumenti necessari alle operazioni?

È probabile che si debba intervenire, in fretta, per normare in materia prevedendo tecniche di sottoscrizione ed autenticazione digitali abbastanza verosimilmente.

E ancora, come sarà conciliabile la costituzione di un seggio elettorale con le disposizioni sanitarie vigenti?

L’esercizio stesso del voto, così come lo conosciamo, dovrà necessariamente cambiare: non sarà possibile creare file corpose all’ingresso dei seggi e sarà necessario, dopo ciascun voto, sanificare cabine e matite con una moltiplicazione esponenziale e francamente insostenibile dei tempi.

Potrebbe esserci, di conseguenza e finalmente, un’accelerata decisa verso l’introduzione di meccanismi di voto elettronico.

Ma, anche qui, servirà del tempo per strutturare un sistema sicuro ed efficace rispettoso delle garanzie costituzionali e dei diritti individuali degli elettori.


 

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