Pizzarotti, Grillo e la guerra che non serve al M5S

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Caro Federico ma perchè tu e Beppe non vi chiudete in una stanza per un paio d’ore vi chiarite e mettiamo fine alle polemiche che fanno male a tutto il m5s!“. Questo è uno – tra i tanti post – che sono apparsi sulla bacheca Facebook di Federico Pizzarotti, sindaco di Parma targato M5S (…per ora) che ormai Beppe Grillo ha preso di mira un giorno sì e l’altro pure.

Pizzarotti in un incontro pubblico
Pizzarotti in un incontro pubblico

 

Ebbene, come accade frequentemente, spesso le soluzioni migliori sono le più semplici: perché – in un momento in cui nemmeno il Partito Democratico brilla per il rispetto delle scelte di alcuni suoi parlamentari (il caso Mineo è l’esempio più calzante) e anche di quelli di altri partiti (Mario Mauro cacciato dalla Commissione Affari Costituzionali) – farsi male da soli? Pizzarotti sembra godere del rispetto dei suoi concittadini (sgomberiamo il campo da equivoci: le elezioni europee – soprattutto con le preferenze – sono completamente diverse dalle politiche e dalle comunali): perché attaccarlo continuamente solo per l’inceneritore? Perché dare spazio alle polemiche? In questo modo, Grillo non può nemmeno “sfruttare” i malumori interni del Partito Democratico.

 

I più maliziosi, però, affermano che è tutto una tattica per ribadire la coerenza del M5S. In pratica, Grillo vorrebbe far intendere:”Avete visto? Io mi batto affinché gli eletti del M5S mantengano le promesse elettorali ma non caccio nessuno. Non sopporto Pizzarotti ma – visto che il M5S non è un movimento padronale – non lo sbatto fuori“. Sarà davvero così? In ogni caso, l’unico che ne sta traendo giovamento è il PD. Come si suol dire, fra i i due litiganti il terzo gode.

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