“Io!” disse Renzi, e Renzi fu!

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In un celebre film degli anni ’80 in cui i personaggi viaggiavano nel tempo, c’è una scena in cui lo scienziato del passato chiede al viaggiatore del futuro “Dimmi, ragazzo del futuro, chi sarà il Presidente degli Stati Uniti nel 1985?”, e lui: “Ronald Reagan”. “Ronald Reagan?” risponde allibito, ” È attore! E il vicepresidente chi è, Jerry Lewis? Suppongo che Marilyn Monroe sia la First Lady e John Wayne il Ministro della Guerra!”.

Per anni abbiamo sognato la venuta del Futuro, il the Day After B.! Invece, Dopo esserci lasciati alle spalle, non semplicemente, le liturgie della Prima Repubblica, ancora in fase digestiva dei veleni della seconda, oggi 17 Febbraio 2014 scopriamo che siamo ritornati al passato! La fase che stiamo vivendo è degna di un film di fantascienza! La vicenda che ha portato il Fiorentino a Palazzo Chigi è tipica della Prima Repubblica quando, rispettando la Costituzionale centralità del Parlamento, si salvaguardavano la durata delle legislature a scapito di quella dei governi attraverso la ricerca di difficili “quadrature del cerchio”. L’apice di questa “geometrica propensione” fu raggiunta negli anni ’80 quando, tra la vittoria del mondiale e la caduta del muro di Berlino,  si formavano penta-governi!

Oggi siamo tornati ad allora: con l’affidamento a Matteo del mandato esplorativo a formare un nuovo governo, si è sancito anche il ritorno ad un vecchio corso politico istituzionale. Il tutto avendo come scenografia le frasi indimenticabili di “Mat-teoria” (nomignolo usato dai suoi compagni al liceo per indicare che era buono a parole, ma poi con i fatti lasciava un pò a desiderare) nelle quali il leit motiv  era che la sua legittimazione a ricoprire lo scranno di Primo Ministro doveva avvenire attraverso democratiche elezioni o quelle nelle quali diceva che non avrebbe mai fatto cadere il governo Letta, in effetti è Letta che si è dimesso (SIC!). Il mandato che dovrebbe durare fino al 2018 è uno schiaffo alla consuetudine venutasi a creare negli ultimi anni: finito il governo finito il bivacco dei parlamentari. “Bhé, così han voluto non era questo che Lui voleva”, si giustificano i Renzini, nascondendo dietro un dito la loro immensa soddisfazione per aver raggiunto il “potere” nel modo più semplice possibile! Anche il “toto ministri” che da giorni impazza, dimostra come certo è il ritornati al passato: un ministro a te, uno a me, non dimentichiamoci degli industriali, e che facciamo lasciamo fuori il sindacato, però forse quel partitino da 3 senatori ci potrebbe servire, oh, non dimentichiamoci di quella Lobby! Ufficialmente: “un governo di alto profilo istituzionale!”

Il “Renzi show” è servito ed i suoi primi passi dicono che le sue caratteristiche sono: 1) dire ciò che vuol sentire il popolo, ma fare ciò che vuole Lui; 2) Trasformare il Parlamento e la Direzione del Partito da organi di confronto e decisione a consessi di “ratificazione” di scelte determinate da pochi (massimo due persone) ed altrove; 3) Candidarsi e scegliersi come unico e possibile primo ministro! Oddio, anche questo è un ritorno al più recente passato (SIC!). Strane coincidenze, come quella del suo cambio di style all’indomani di un commento di mister B. o come quello di assegnare ad altri le colpe di una scelta “condivisa” ma non accettata di buon grado dall’opinione pubblica: le liste bloccate le ha volute Forza Italia!

Ebbene sì, siamo all’alba della terza Repubblica dove si ripropongono le liturgie della Prima e gli atteggiamenti della Seconda! Dove mai più vera è la descrizione della politica come di un teatrino dove, personaggi in cerca d’autore, recitano il loro copione dettato e scritto da altri. Il suo primo condottiero dove ci porterà? Speriamo non nel bosco della Garfagnana dove “il Bomba” (altro nomignolo appiccicato addosso a Matteo per via del suo essere incline alla verbale millanteria) nel guidare la sua prima escursione da capo scout fece perdere il suo gruppo! Eh sì, perché qualcuno dovrebbe ricordargli che questa non è “La ruota della Fortuna” dove a perdere o vincere è solo lui, qui c’è in gioco il futuro del Bel Paese![template id=”10″]

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